29 dicembre 2015 – tweetstorm

Vogliamo respirare

Era il 2009, 8 febbraio, quando a Bari si celebrò la prima “festa del respiro”:
Obiettivo: affermare, ribadire la necessità di una mobilità più umana, più sostenibile.
L’assessore “di riferimento” era Decaro, l’occasione era la recentissima inaugurazione di una pista ciclabile a Bari.

Oggi Decaro è Sindaco di Bari, e oggi, in tutta Italia, i Sindaci chiedono al governo fondi per fronteggiare il grave problema dello smog, per incentivare auto elettriche, tpl e … biciclette.
Dopo averle osteggiate in tutti i modi, con provvedimenti assurdi, adesso si deve “tamponare” l’emergenza.

Dal 2009 a Bari “non si è fatto molto”, ma la fortuna di essere sul mare, con “l’amico maestrale” che ci pulisce l’aria e alcuni interventi (che pure ci sono stati) da parte dell’Amministrazione, ha permesso alla città di non essere fra quelle nelle quali lo smog è diventato una vera emergenza, ma proprio per questo dobbiamo pianificare, progettare una mobilità diversa dove la bici non può che essere centrale.

Il 29 dicembre alle ore 11.00 lanceremo su Twitter un tweetstorm con gli hashtag #USALABICI e #RESPIRIAMO, chiedendo a Governo e Ministri dell’Ambiente e dei Trasporti (@matteorenzi @glgalletti  @graziano_delrio ) di attuare provvedimenti immediati.

Testo:
BARI: Vogliamo respirare! Chiediamo di attuare provvedimenti immediati @Antonio_Decaro #usalabici #respiriamo #labiciserve

 

 

Devi andare al lavoro? #usalabici
Devi andare a trovare nonna? #usalabici
Devi andare a fare i regali? #usalabici
Devi andare al mercato? #usalabici
Devi andare alle poste? #usalabici

#salvaiciclisti Bari a colloquio col sindaco Emiliano

Ad un anno circa dalla nascita del movimento, siamo finalmente riusciti ad incontrare il sindaco. A Bari si dice: “Disse la goccia alla roccia: tempo devo stare, ma il buco ti devo fare”.  Abbiamo concordato l’istituzione di un tavolo permanente di consulta sui temi della mobilità nuova, con appuntamenti mensili per parlare dei problemi della città e concordare strategie di miglioramento che siano condivise da tutti. Siamo molto contenti della riunione di ieri, speriamo di continuare ad esserlo anche noi mesi futuri 🙂

Ora basta morti, manifestazione nazionale venerdì 16 novembre

A Bari appuntamento in piazza del Ferrarese alle ore 19. qui il link all’evento facebook di Bari

Dal sito salvaciclisti nazionale:

“Dopo lo choc, la reazione. Dopo la brutta, iniqua, imperdonabile uccisione di A.T. i ciclisti organizzati convocano una manifestazione nazionale in tutte le città d’Italia che vogliano aderire. La data prescelta è venerdì 16 novembre, a partire dalle 19, nei luoghi di ritrovo che ogni gruppo locale vorrà utilizzare.

Le città aderenti finora sono Milano, Roma, Napoli, Catania, Torino, Bologna, Pavia, Cagliari, Firenze, Reggio Emilia, Genova. Ci scusiamo da subito se nel frattempo se ne è aggiunta qualcun’altra, visto che l’appuntamento sta montando di ora in ora. Qui il link all’appuntamento Facebook, qui un altro per la notizia da divulgare. L’hastag sarà #bastamortinstrada.

Ognuno sceglierà le proprie modalità di manifestare, che sia una biciclettata o dei flash mob o quello che volete. Ma tutto per dire “ora basta morti in strada, servono azioni immediate”.

Pensando ad A.”

zone 30 in tutte le città e in tutta la città! firmate la petizione!

Uno dei punti fondanti del manifesto di #salvaiciclisti è la richiesta di istituire il limite di 30 km/h nelle nostre città.

Il motivo per cui abbiamo sempre insistito sull’importanza di questo punto sono i 2.556 ciclisti e 7.625 pedoni uccisi in 10 anni sulle strade italiane dalla velocità.

Questa richiesta fu inserita all’interno del disegno di legge “salvaiclisti” firmato da 63 senatori di tutte le parti politiche (eccetto la Lega) e ad oggi ancora in attesa di essere calendarizzato per la discussione in aula.

Allo scopo di ricordare al Parlamento l’importanza di intervenire immediatamente per salvare molte vite umane abbiamo lanciato oggi una petizione indirizzata al presidente della Commissione Trasporti alla Camera, Mario Valducci e, per conoscenza, ad altri parlamentari ed esponenti del panorama politico italiano.

Con questa petizione chiediamo che per legge sia inserito il limite massimo di 30 km/h in tutte le aree residenziali, ad eccezione delle arterie a scorrimento veloce. 30 km/h significa offrire l’opportunità a chi conduce dei veicoli motorizzati di reagire prontamente ed evitare eventuali imprevisti che si possono verificare in strada: bambini che giocano, pedoni incauti, ciclisti sprovveduti o animali che attraversano all’improvviso.

Ci aspettiamo che il Parlamento voglia agire al più presto per tutelare la vita di tutti quegli Italiani che altro non chiedono che di poter attraversare la strada e arrivare incolumi dall’altra parte.

Firma anche tu la petizione su www.change.org/30elode

Su twitter potete divulgare la petizione usando l’hashtag: #30elode

Per fugare eventuali dubbi, abbiamo realizzato un documento scaricabile che contiene un sunto della letteratura scientifica disponibile, delle esperienze provenienti dal resto del mondo e una confutazione punto per punto dei pregiudizi che solitamente circondano la mitigazione del traffico: Ragioni_tecniche_30eLode

dal sito www.salvaiciclisti.it

Infortunio in bici in itinere: tutela anche per i ciclisti. Appello a Mario Monti

Se condividete l’appello del terzo flash mob digitale della campagn #salvaiciclisti, condivietelo ovunque possiate: facebook, twitter, blog, email, lettere telegrammi, tazebao, graffiti, segnali di fumo… usate il media che preferite, ma condividete! :)

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Egregio Presidente del Consiglio dei Ministri della Repubblica Italiana, Prof. Mario Monti,

Abbiamo molto apprezzato la nota con cui Lei il 14 maggio scorso ha dato sostegno alle istanze della campagna #salvaiciclisti sottolineando i vantaggi economici derivanti dall’uso della bicicletta in ambito urbano e definendo la bicicletta come “mezzo di trasporto “intelligente”, sia dal punto di vista dell’impatto ambientale, sia a livello economico, dato che riduce sensibilmente i costi legati alla mobilità urbana, sia, aspetto non meno rilevante, per la salute degli individui.”
Infatti, in questo periodo di crisi economica, per ridurre i costi derivanti dalla mobilità, molte persone fanno sempre più ricorso all’uso della bici, anche per andare al lavoro.

Purtroppo nel nostro Paese coloro che decidono di utilizzare la bici per recarsi al lavoro, si trovano a confrontarsi con una legislazione che, non solo non incentiva, ma addirittura penalizza chi utilizza questo mezzo di trasporto. In Italia, in caso di sinistro durante il percorso casa-lavoro effettuato in bicicletta, l’INAIL riconosce al lavoratore lo status di “infortunio in itinere” “purché avvenga su piste ciclabili o su strade protette; in caso contrario, quando ci si immette in strade aperte al traffico bisognerà verificare se l`utilizzo era davvero necessario” [nota INAIL].
Mentre nel resto d’Europa l’uso della bicicletta come mezzo di trasporto per recarsi al lavoro è sistematicamente incentivato e promosso, in Italia il lavoratore che decide di spostarsi senza inquinare e senza creare traffico, non solo non riceve alcun incentivo, ma deve farlo a proprio rischio e pericolo e senza tutele.

Allo scopo di mettere fine a questo anacronismo è in corso una campagna promossa dalla Federazione Italiana Amici della Bicicletta (FIAB) che chiede la modifica dell’art. 12 del D.Lgs. 38/2000 e di aggiungere al testo attuale la frase: “L’uso della bicicletta è comunque coperto da assicurazione, anche nel caso di percorsi brevi o di possibile utilizzo del mezzo pubblico”, esattamente come previsto per il lavoratore che si reca al lavoro a piedi.

La proposta della FIAB ha già raccolto oltre diecimila firme e ricevuto parere favorevole da parte di ben tre Regioni, tre Province e sedici Comuni tra cui Milano, Bologna e Venezia che ravvisano grande imbarazzo nel chiedere ai concittadini e ai propri dipendenti di usare la bicicletta senza poter garantire nel contempo adeguate tutele.

Con la presente chiediamo a Lei, al Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali e ai Presidenti di Camera e Senato di voler intervenire al più presto per porre fine a questa discriminazione che non ha eguali in Europa e di accogliere questa proposta di modifica legislativa.

Per ulteriori informazioni sul tema dell’infortunio in itinere per il pendolare in bicicletta, Le segnaliamo il sito internet www.bici-initinere.info che è stato predisposto allo scopo di diffondere consapevolezza rispetto a questa campagna.

Confidando in una sua pronta risposta e auspicandoci condivisione nel merito,

cogliamo l’occasione per salutarla cordialmente

 

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Se anche tu ritieni che chi si reca al lavoro in bicicletta non debba essere vittima di discriminazioni invia questa lettera direttamente al Presidente del Consiglio, al Ministro competente e ai Presidenti di Camera e Senato: e.olivi@governo.it; gabinettoministro@mailcert.lavoro.gov.it; fini_g@camera.it; schifani_r@posta.senato.it.

Inoltre puoi contribuire alla diffusione di questa iniziativa attraverso il tuo blog, il tuo sito internet oppure attraverso il tuo account di Facebook o di Twitter.

Consegnate le prime bici

34 bici raccolte dal movimento #salvaiciclisti sono state consegnate agli abitanti del paese di San Carlo, uno dei più duramente colpiti dal recente terremoto che ha colpito l’Emilia. A breve un altro centianio di bici saranno inviate anche a Novi e Rovereto.

qui l’articolo de La Repubblica Bologna
Solidarietà su due ruote arrivano le prime 34 bici

Tante, tante bici per i terremotati in Emilia. GRAZIE, italiani dal grande cuore

dal blog #salvaiciclisti nazionale

Di seguito il lancio di agenzia di ADN Kronos sull’iniziativa per la raccolta di biciclette da destinare ai campi in Emilia. A tutti quanti ci hanno scritto, ancora una volta ben oltre le nostre più rosee aspettative, va il nostro più grande ed incondizionato GRAZIE!

Terremoto: centinaia di offerte di bici per i campi sfollati emiliani

Finora quasi 300 mail di risposta all’appello #salvaiciclisti, venerdi’ prime consegne

Roma, 4 giu. (Adnkronos) – La solidarietà pedala forte, anche sul web. In quasi trecento hanno risposto, offrendo bici dalle regioni più disparate, all’appello lanciato la scorsa settimana dagli attivisti della campagna #salvaiciclisti: “servono biciclette in Emilia, le strade sono impraticabili“. Le mail continuano ad arrivare, e anche il telefono di Stefania Agarossi nel paesino di S.Carlo, nel ferrarese, individuato dai volontari ciclisti come il centro di raccolta delle donazioni, è ormai rovente: “mi stanno chiamando da Cesena, Bologna, Ferrara, Milano: l’appello ha funzionato alla grande -dice all’Adnkronos-. Arriveranno moltissime biciclette, parecchie di queste le metteremo a disposizione degli altri paesi che ne hanno bisogno“. Era stata proprio Agarossi, che fa da tramite tra la popolazione del comune di S.Agostino e le sue varie frazioni e i dirigenti della Protezione civile, a segnalare agli attivisti la necessità di bici in Emilia per il fenomeno della liquefazione del suolo, che ha reso le strade impraticabili alle macchine ma non alle bici. “Le prime andranno ai volontari e ai pompieri per il loro servizio, le altre -dice Agarossi- alla popolazione che ne avrà bisogno“. Le prime consegne, si apprende, avverranno venerdì ma la solidarietà scattata immediatamente dopo il primo dei tre forti sismi ha cominciato a funzionare da subito, e spontaneamente alcune persone hanno consegnato, a mano e senza coordinarsi, delle biciclette nella frazione di S.Carlo. Luca Polverini, attivista toscano, si è reso disponibile con un furgone in affitto per raccogliere le prime consegne nella zona intorno a Firenze, e effettuerà “presumibilmente in giornata” le prime bici. Il meccanismo individuato dagli attivisti per la raccolta è semplice e efficace: un volontario ciclista vaglia le mail arrivate dalla sua regione, contatta i donatori e organizza la consegna, a spese dei #salvaiciclisti grazie alla raccolta fondi attivata fin dai primi giorni della campagna, o facendosi prestare un furgone per arrivare fino dove si può. (segue)

Le bici sono moltissime, avremmo anche bisogno di un aiuto concreto da parte di Trenitalia o Italo, per il trasporto almeno fino a Bologna o ancora meglio il più vicino possibile -dice M.D.L, la volontaria romana che sta gestendo l’intera raccolta e distribuzione della consegna, in coordinamento con gli attivisti sul territorio colpito dai sismi apparentemente incessanti-. Ci farebbe piacere che mettessero a disposizione, gratis, un vagone per il trasporto. Se non ci riescono pazienza, faremo un’altra colletta e affitteremo un furgone“. Solo da Roma, dice, partiranno 50 biciclette. E in seguito all’appello spunta, sempre sul web, l’offerta di aiuto di Stefano Bruccoleri, il meccanico-scrittore senza fissa dimora, autore di “Via della casa comunale n° 1″, Ediciclo editore: “vorrei scendere in Emilia e mettermi a disposizione come meccanico per allestire un punto di appoggio per la riparazione di biciclette, gratuito ovviamente. Avrei solo bisogno di un appoggio per l’alloggio, dopo di che provvederei all’organizzazione dello spazio e a reperire risorse per l’officina“, scrive Bruccoleri in una mail inviata alle diverse associazioni di ciclisti della regione.