Infortunio in bici in itinere: tutela anche per i ciclisti. Appello a Mario Monti

Se condividete l’appello del terzo flash mob digitale della campagn #salvaiciclisti, condivietelo ovunque possiate: facebook, twitter, blog, email, lettere telegrammi, tazebao, graffiti, segnali di fumo… usate il media che preferite, ma condividete! :)

_______________________________________________________________

Egregio Presidente del Consiglio dei Ministri della Repubblica Italiana, Prof. Mario Monti,

Abbiamo molto apprezzato la nota con cui Lei il 14 maggio scorso ha dato sostegno alle istanze della campagna #salvaiciclisti sottolineando i vantaggi economici derivanti dall’uso della bicicletta in ambito urbano e definendo la bicicletta come “mezzo di trasporto “intelligente”, sia dal punto di vista dell’impatto ambientale, sia a livello economico, dato che riduce sensibilmente i costi legati alla mobilità urbana, sia, aspetto non meno rilevante, per la salute degli individui.”
Infatti, in questo periodo di crisi economica, per ridurre i costi derivanti dalla mobilità, molte persone fanno sempre più ricorso all’uso della bici, anche per andare al lavoro.

Purtroppo nel nostro Paese coloro che decidono di utilizzare la bici per recarsi al lavoro, si trovano a confrontarsi con una legislazione che, non solo non incentiva, ma addirittura penalizza chi utilizza questo mezzo di trasporto. In Italia, in caso di sinistro durante il percorso casa-lavoro effettuato in bicicletta, l’INAIL riconosce al lavoratore lo status di “infortunio in itinere” “purché avvenga su piste ciclabili o su strade protette; in caso contrario, quando ci si immette in strade aperte al traffico bisognerà verificare se l`utilizzo era davvero necessario” [nota INAIL].
Mentre nel resto d’Europa l’uso della bicicletta come mezzo di trasporto per recarsi al lavoro è sistematicamente incentivato e promosso, in Italia il lavoratore che decide di spostarsi senza inquinare e senza creare traffico, non solo non riceve alcun incentivo, ma deve farlo a proprio rischio e pericolo e senza tutele.

Allo scopo di mettere fine a questo anacronismo è in corso una campagna promossa dalla Federazione Italiana Amici della Bicicletta (FIAB) che chiede la modifica dell’art. 12 del D.Lgs. 38/2000 e di aggiungere al testo attuale la frase: “L’uso della bicicletta è comunque coperto da assicurazione, anche nel caso di percorsi brevi o di possibile utilizzo del mezzo pubblico”, esattamente come previsto per il lavoratore che si reca al lavoro a piedi.

La proposta della FIAB ha giĂ  raccolto oltre diecimila firme e ricevuto parere favorevole da parte di ben tre Regioni, tre Province e sedici Comuni tra cui Milano, Bologna e Venezia che ravvisano grande imbarazzo nel chiedere ai concittadini e ai propri dipendenti di usare la bicicletta senza poter garantire nel contempo adeguate tutele.

Con la presente chiediamo a Lei, al Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali e ai Presidenti di Camera e Senato di voler intervenire al piĂą presto per porre fine a questa discriminazione che non ha eguali in Europa e di accogliere questa proposta di modifica legislativa.

Per ulteriori informazioni sul tema dell’infortunio in itinere per il pendolare in bicicletta, Le segnaliamo il sito internet www.bici-initinere.info che è stato predisposto allo scopo di diffondere consapevolezza rispetto a questa campagna.

Confidando in una sua pronta risposta e auspicandoci condivisione nel merito,

cogliamo l’occasione per salutarla cordialmente

 

————————–

Se anche tu ritieni che chi si reca al lavoro in bicicletta non debba essere vittima di discriminazioni invia questa lettera direttamente al Presidente del Consiglio, al Ministro competente e ai Presidenti di Camera e Senato: e.olivi@governo.it; gabinettoministro@mailcert.lavoro.gov.it; fini_g@camera.it; schifani_r@posta.senato.it.

Inoltre puoi contribuire alla diffusione di questa iniziativa attraverso il tuo blog, il tuo sito internet oppure attraverso il tuo account di Facebook o di Twitter.

Consegnate le prime bici

34 bici raccolte dal movimento #salvaiciclisti sono state consegnate agli abitanti del paese di San Carlo, uno dei piĂą duramente colpiti dal recente terremoto che ha colpito l’Emilia. A breve un altro centianio di bici saranno inviate anche a Novi e Rovereto.

qui l’articolo de La Repubblica Bologna
SolidarietĂ  su due ruote arrivano le prime 34 bici

Tante, tante bici per i terremotati in Emilia. GRAZIE, italiani dal grande cuore

dal blog #salvaiciclisti nazionale

Di seguito il lancio di agenzia di ADN Kronos sull’iniziativa per la raccolta di biciclette da destinare ai campi in Emilia. A tutti quanti ci hanno scritto, ancora una volta ben oltre le nostre più rosee aspettative, va il nostro più grande ed incondizionato GRAZIE!

Terremoto: centinaia di offerte di bici per i campi sfollati emiliani

Finora quasi 300 mail di risposta all’appello #salvaiciclisti, venerdi’ prime consegne

Roma, 4 giu. (Adnkronos) – La solidarietà pedala forte, anche sul web. In quasi trecento hanno risposto, offrendo bici dalle regioni più disparate, all’appello lanciato la scorsa settimana dagli attivisti della campagna #salvaiciclisti: “servono biciclette in Emilia, le strade sono impraticabili“. Le mail continuano ad arrivare, e anche il telefono di Stefania Agarossi nel paesino di S.Carlo, nel ferrarese, individuato dai volontari ciclisti come il centro di raccolta delle donazioni, è ormai rovente: “mi stanno chiamando da Cesena, Bologna, Ferrara, Milano: l’appello ha funzionato alla grande -dice all’Adnkronos-. Arriveranno moltissime biciclette, parecchie di queste le metteremo a disposizione degli altri paesi che ne hanno bisogno“. Era stata proprio Agarossi, che fa da tramite tra la popolazione del comune di S.Agostino e le sue varie frazioni e i dirigenti della Protezione civile, a segnalare agli attivisti la necessità di bici in Emilia per il fenomeno della liquefazione del suolo, che ha reso le strade impraticabili alle macchine ma non alle bici. “Le prime andranno ai volontari e ai pompieri per il loro servizio, le altre -dice Agarossi- alla popolazione che ne avrà bisogno“. Le prime consegne, si apprende, avverranno venerdì ma la solidarietà scattata immediatamente dopo il primo dei tre forti sismi ha cominciato a funzionare da subito, e spontaneamente alcune persone hanno consegnato, a mano e senza coordinarsi, delle biciclette nella frazione di S.Carlo. Luca Polverini, attivista toscano, si è reso disponibile con un furgone in affitto per raccogliere le prime consegne nella zona intorno a Firenze, e effettuerà “presumibilmente in giornata” le prime bici. Il meccanismo individuato dagli attivisti per la raccolta è semplice e efficace: un volontario ciclista vaglia le mail arrivate dalla sua regione, contatta i donatori e organizza la consegna, a spese dei #salvaiciclisti grazie alla raccolta fondi attivata fin dai primi giorni della campagna, o facendosi prestare un furgone per arrivare fino dove si può. (segue)

“Le bici sono moltissime, avremmo anche bisogno di un aiuto concreto da parte di Trenitalia o Italo, per il trasporto almeno fino a Bologna o ancora meglio il più vicino possibile -dice M.D.L, la volontaria romana che sta gestendo l’intera raccolta e distribuzione della consegna, in coordinamento con gli attivisti sul territorio colpito dai sismi apparentemente incessanti-. Ci farebbe piacere che mettessero a disposizione, gratis, un vagone per il trasporto. Se non ci riescono pazienza, faremo un’altra colletta e affitteremo un furgone“. Solo da Roma, dice, partiranno 50 biciclette. E in seguito all’appello spunta, sempre sul web, l’offerta di aiuto di Stefano Bruccoleri, il meccanico-scrittore senza fissa dimora, autore di “Via della casa comunale n° 1″, Ediciclo editore: “vorrei scendere in Emilia e mettermi a disposizione come meccanico per allestire un punto di appoggio per la riparazione di biciclette, gratuito ovviamente. Avrei solo bisogno di un appoggio per l’alloggio, dopo di che provvederei all’organizzazione dello spazio e a reperire risorse per l’officina“, scrive Bruccoleri in una mail inviata alle diverse associazioni di ciclisti della regione.